Anche il
1947
fu un anno difficile per il settore della fotografia, sempre
caratterizzato da penuria di prodotti e prezzi alti;
migliorò la
situazione per le industrie produttrici di materiale sensibile che
riuscivano a reperire le materie prime in modo più
regolare.
Per altro le
difficoltà erano generalizzate in tutta l'Europa uscita
dalla
guerra, ad esempio il Progresso Fotografico commentava le
difficoltà
che anche in Inghilterra i fotografi dovevano
affrontare.
Con fatica
riprendeva la produzione nelle industrie fotografiche tedesche; molte
fabbriche avevano gli stabilimenti nella zona sotto il controllo dei
russi che trattenevano ciò che veniva fabbricato a titolo di
indennizzo per i danni di guerra e spesso smantellavano completamente
le fabbriche trasferendo macchinari, tecnici e progetti sul
territorio russo.
Per altro
anche gli alleati anglo-americani cercavano di appropriarsi dei
progetti, delle conoscenze e dei migliori tecnici tedeschi da
trasferire negli USA o nelle zone sotto la loro influenza; era quindi
ovvio che in questa situazione la scarsa produzione tedesca non
uscisse dai confini della Germania.
In Italia
il
settore fotografico anche nel 1947 continuò a dare segni di
vitalità
forse anche grazie agli aiuti americani del piano Marshall, ad
esempio quello fu l'anno della nascita di ben tre nuovi periodici
specializzati: Fotografia, Ferrania e Foto-Notiziario.
Alla Fiera di
Milano vennero presentati ancora apparecchi molto interessanti come
la Iso Lux, la Gamma, la Perseo e la Luckyflex, un discorso a parte
però merita la Rectaflex.
La Rectaflex
fu una delle prime fotocamere reflex monoobiettivo 24x36 mm con
pentaprisma per la regolazione della messa a fuoco, il prototipo del
1947 montava un pentaprisma a tetto piatto che creava problemi nelle
inquadrature verticali e che quindi non venne messo in commercio.
Si
può notare
come molti degli apparecchi fotografici presentati in Italia nel 1947
e nel 1946 utilizzassero pellicola cine 35 mm; con la sconfitta la
Germania aveva perso anche i diritti sui brevetti anteguerra e quindi
tutti i fabbricanti erano liberi di copiare i meccanismi utilizzati
nelle migliori fotocamere tedesche, a ciò va aggiunto che
nella
penuria generale forse la pellicola cinematografica era la
più
facile da trovare e la meno costosa.
Iniziarono
intanto i primi commenti in merito al grande numero di industrie
ottiche e fotografiche nate in quel periodo nel nostro paese e
qualcuno cominciò ad avere i primi dubbi circa la
qualità dei
prodotti e la durata in vita di tali aziende che prima o poi
avrebbero dovuto affrontare la concorrenza estera.
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