FOTOCAMERE  BENCINI

INSTACOMET 2

COMET 404X, COMET 505X, COMET 200X, COMET 455X, COMET 555X, COMET 126X

404x scheda

   Nel 1970 la Sylvania presentò un nuovo tipo di lampada lampo denominata MAGICUBE, che in pratica assomigliava al cuboflash ma non necessitava per l'accensione della corrente fornita dalle pile. 

   Infatti l'accensione della lampada era provocata dall'urto di una molletta metallica presente nello stesso magicube e che veniva azionata dall'apparec­chio fotografico.
   Il vantaggio di questa lampada lampo era nella eliminazione della presenza delle batterie nell'appa­recchio che potevano, a causa di una cattiva manu­tenzione. provocare fenomeni di corrosione a volte così gravi da rendere l'apparecchio inutilizzabile.

Questo nuovo tipo di lampada lampo necessitava di un attacco specifico e non poteva essere usata su­gli apparecchi con attacco per cuboflash. 
   La Bencini pertanto iniziò la produzione di una serie di fotocamere adatte ad utilizzare il magicube caratterizzate dalla presenza di una X nel nome: la prima ad essere presentata fu la Comet 404 X nel 1972.        L'aspetto, le dimensioni, la modalità d'uso di que­sto nuovo apparecchio erano praticamente le stesse della Comet 404, le uniche differenze erano nel di­verso attacco per le lampade flash e nella mancanza del vano per le batterie. 
   Per diversi anni, almeno fino al 1977, i due appa­recchi convissero tranquillamente nei listini Bencini
.

     Gli altri apparecchi della 2^ serie:
   Nel 1973 iniziò la vendita della Comet 505 X in cui per la prima volta un apparecchio Bencini monta­va un esposimetro al selenio che aveva il compito di regolare automaticamente il diaframma entro valori per altro non dichiarati dal costruttore. 
   Inoltre nel mirino appariva un segnale (una pic­cola lancetta) di colore rosso quando la luce era in­sufficiente per fotografare senza l'uso del magicube. 
   L'obiettivo venne migliorato e la luminosità ven­ne portata a 1:8.  Nel 1976 ca venne presentata la Comet 200 X, un apparecchio molto semplice, simile alla Comet 200, con diaframma unico e privo di qualsiasi auto­matismo.
   Anche in questo caso le due Comet 200 convisse­ro nei listini Bencini fino al 1977.
 
   Nel 1976 ca iniziò la produzione anche della Co­met 455 X che aveva le stesse caratteristiche tecni­che della Comet 404 X ma era più robusta dal mo­mento che il dorso ed il frontale erano in metallo.
   Come nella 505 X l'obiettivo era migliorato e con luminosità 1:8 
   Nel 1977 venne alla luce la Comet 555 X che aveva le stesse caratteristiche tecniche della Comet 505 X, ovvero esposimetro al selenio per la regola­zione del diaframma, segnale rosso nel mirino per illuminazione insufficiente e obiettivo migliorato con luminosità 1:8 
   Anche questo apparecchio era stato irrobustito con dorso e frontale in metallo: in questo caso il nuovo modello sostituì il vecchio e la Comet 505 X uscì di produzione. 
   

   Nel 1978 venne presentata la Comet 126 X, un apparecchio in cui la prima cosa che si faceva notare era il diverso dise­gno del frontale e la diversa posi­zione del pulsante di scatto
   Di questo apparecchio si sono potute osservare alcune varianti che differiscono tra loro sia per il di­verso colore (vedi tabella) che per le diverse caratte­ristiche tecniche: ci sono infatti modelli con diafram­ma unico ed altri modelli con la possibiltà di sceglie­re tra 4 possibili diaframmi (vedi tabella)

   Questi sono i modelli Bencini per caricatori Koda­pak della 2^ serie ( con la X nel nome) che sono riu­scito a censire, ma non posso escludere che ne pos­sano esistere altri, prodotti soprattutto per i mercati esteri. 

   La Comet 404 X venne prodotta per circa 8 anni (1972-1979), più brevi le “vite” degli altri modelli: 5 anni la Comet 505 X (1973-1977), 4 anni la Comet 200 X e la Comet 455 X (1976-1979), 3 anni la Co­met 555 X (1977-1979) e probabilmente solo 2 anni la vita della Comet 126 X. 
   Questi apparecchi furono sicuramente venduti anche all'estero, in particolare in Gran Bretagna ed è possibile ritrovare modelli in cui è presente il nome del distributore per quel paese ovvero la catena di farmacie Boots; sui mercati esteri alcuni modelli po­tevano assu­mere anche denominazioni differenti.

   Dal punto di vista collezionistico questi apparec­chi sono comuni, poco ricercati e di scarso valore economico.


505x 200x
455x

555x 126x
varianti 126x

modelli
boots 404x

copertina libro

SCHEDA  DAL  LIBRO

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