FOTOCAMERE  BENCINI

ACCESSORI PER FOTOCAMERE 


comet catalogo

   E' risaputo che la Bencini fece sempre della sem­plicità e della economicità il proprio punto di forza; in questa sua missione non volle però privare il foto­grafo dilettante di un minimo di accessori che lo aiu­tassero e rendessero più facile e comodo realizzare delle buone fotografie. 
   Nelle schede del
le varie fotocamere sono stati ci­tati quali accessori fossero disponibili per quello specifico tipo di apparecchio ed ora in questo capito­lo cercheremo di descriverli in modo più completo.
   Per una migliore conservazione ed un più facile trasporto ogni apparecchio aveva a disposizione una borsa specifica che poteva essere in cuoio od in una specie di cartone similpelle, la scelta era a discrezio­ne del compratore; acquistare l'apparecchio con la borsa in cuoio significare però spendere circa un 10% in più.                  Successivamente le borse iniziarono ad essere realizzate solo in plastica ed il cliente fu così tolto dall'impaccio di dover scegliere.

   A partire dall'apparecchio Relex (anno 1949) la parte frontale dell'obiettivo fu dotata di una filettatu­ra femmina di circa 20 mm di diametro; tale filettatu­ra restò invariata nel tempo e fu presente in quasi tut­ti gli apparecchi successivi fino agli anni 60 quando la Bencini iniziò a costruire apparecchi per caricatori Rapid e Kodapak.              Quindi per molti apparecchi della serie Comet e Koroll in alluminio la Bencini metteva a disposizio­ne un filtro giallo ed un paraluce che potevano es­sere custoditi in un apposito astuccio da attaccare alla cinghietta della borsa. 
   In particolare il paraluce venne realizzato in ver­sione completamente nera ed in una versione con la parte esterna cromata lucida e quella interna nera per evitare riflessi nocivi.

   Fu realizzata anche un'impugnatura da avvitare sotto l'apparecchio, nell'attacco che normalmente si utilizzava per il cavalletto, munita di uno cavetto flessibile comandato da una specie di grilletto; il ca­vetto flessibile poteva essere avvitato nell'apposita filettatura per scatto flessibile presente in ogni appa­recchio e così azionando il           grilletto dell'impugnatura era possibile fare scattare l'otturatore
   Probabilmente questo accessorio fu prodotto per rendere più facilmente impugnabili gli apparecchi e per evitare che durante lo scatto le dita del fotografo potessero coprire l'obiettivo considerate le dimensio­ni piuttosto piccole di alcuni apparecchi della serie Comet. 
   L'uso di questi accessori è piuttosto divertente, in particolare se dotiamo una Comet III di paraluce ed impugnatura viene esaltata ancora più la somiglianza con una cinepresa e si ottiene un oggetto veramente curioso.  

   Nei primi anni 60 la Bencini produsse un piccolo lampeggiatore in plastica (dimensioni cm 6x4,5x3) adatto ad utilizzare piccole lampadine tipo AG ed alimentato da due pile stilo da 1,5 V. 
   Fu prodotto in due versioni: la prima, denominata Lampo Universal, era munita di cavetto e spina fem­mina universale adatta quindi per tutti gli apparecchi dotati di spinotto maschio (ossia tutti i modelli Co­met e Koroll), la seconda, denominata Lampo Spe­cial, era adatta per gli apparecchi con contatto caldo sulla slitta portaflash, quest'ultimo tipo fu prodotto in concomitanza con la presentazione della Comet Rapid (1965 ca.) che fu il primo apparecchio Ben­cini con tale tipo di connessione per lampeggiatori.

   Come già detto nel 1965 venne presentato dalla statunitense Sylvania il Cuboflash che rivoluzionò la produzione di luce lampo nel settore degli apparec­chi economici, l'uso di tale lampada necessitava però di un innesto specifico. 
   La Bencini adottò subito questa soluzione sugli apparecchi per caricatore Kodapak e realizzò un lampeggiatore in plastica adatto ad ospitare il cubo­flash e che poteva essere alloggiato sulla normale slitta portaflash. 
   Anche in questo caso furono prodotte due versio­ni: il Cubolamp Universal per tutti gli apparecchi con spinotto maschio ed il Cubolamp Special per gli apparecchi dotati di contatto caldo sulla slitta. 
   In questo modo era possibile usare i cuboflash con apparecchi privi dell'innesto specifico ma dotati di slitta tradizionale; l'unico intoppo era che occorre­va ruotare manualmente il cuboflash dopo aver usato una delle 4 lampade lampo di cui era composto men­tre negli apparecchi dotati di innesto specifico la ro­tazione del cuboflash era collegata all'avanzamento della pellicola. 
   Comunque la rotazione manuale era semplificata dalla presenza sui lampeggiatori Cubolamp di una apposita  rotella e ovviamente non era necessario ogni volta togliere e reinserire il cuboflash.

   Per gli apparecchi tipo Instamatic (per caricatori Kodapak) non venne concepito alcun accessorio se non la semplice borsa in plastica ed una cinghietta da polso: del resto non c'era molto da accessoriare data la semplicità e le scarse prestazioni di questi appa­recchi.

   Nel 1974 la Bencini iniziò la produzione di appa­recchi tipo Pocket Instamatic per pellicola formato 110; per la prima serie di questi apparecchi, quelli con attacco per lampade flash denominate Magicube, fu ideato un distanziatore da interporre tra l'apparec­chio e la lampada flash che serviva per evitare per quanto possibile il fenomeno degli occhi rossi.
   Nel 1977 una seconda serie di apparecchi per formato 110 venne costruita con attacco Flip Flash, nel frattempo ideato dalla Philips, che per sua stessa natura non necessitava di distanziatore. 

   Nel 1972 la Bencini presentò la Comet NK 135, un apparecchio a mirino galeliano che imitava nell'a­spetto esteriore una reflex monobiettivo con tanto di simil-pentaprisma.
   Per questa serie di apparecchi l'unico accessorio che la Bencini seppe o volle realizzare fu un paralu­ce in plastica; qui forse si sarebbe potuto osare qual­cosa di p

   Forse sarebbe bastato ad esempio dotare l'obietti­vo di una filettatura standard di opportuno diametro per consentire almeno di poter usare filtri, lenti addi­zionali e altri accessori di altre marche disponibili sul mercato.

   La piccola storia degli accessori Bencini finisce qui; voglio solo da ultimo ricordare la consuetudine di predisporre per i modelli di maggior successo del­le "confezioni regalo" in cui venivano offerte l'appa­recchio fotografico corredato da uno o più degli ac­cessori descritti da regalare a giovani e anche a meno giovani in occasione di comunioni, cresime, matri­moni, Natali e ricorrenze varie.
   Quanti furono coloro che proprio così, ricevendo in dono una di queste confezioni, iniziarono ad avvi­cinarsi al mondo della fotografia ?


astuccio paraluce
boots

comet III pistola
lampo

univ cometnew
310

nk135 comet iis
unimatic

copertina libro

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