STORIA DELLA BENCINI

Parte Prima : dalle origini al 1948 ovvero le fotocamere in lamierino

( Gabry, Roby, Delta, Etna, Argo, Deko, Erno, Rolet )


fiammetta
Fiamma Fiammetta




filmabox
Filma Box 4,4x6




gabry
Gabry
   Le notizie “anagrafiche” su Antonio Benci­ni sono praticamente assenti. Possia­mo presumere che sia nato a Firenze o nel circondario negli ultimi anni del 1800 perchè lo tro­viamo militare di leva durante la Prima Guerra Mon­diale (1915-18); le uniche notizie certe sull'incontro con la fotografia e sull'inizio dell'attività di costrutto­re ci vengono fornite da Roberto Bencini, figlio di Antonio e successore dello stesso alla guida dell'in­dustria fondata dal padre in una lunga intervista rila­sciata alla rivista “Foto Notiziario” negli anni 80
.
           
   Durante la grande guerra Antonio Bencini, che era un tecnico aeronautico, militava nel reparto rico­gnitori nel quale erano ovviamente impiegate mac­chine fotografiche.
   Quelle fotocamere erano di fabbricazione france­se per cui in caso di guasto dovevano essere inviate in Francia per la revisione; ovviamente durante la guer­ra le fotoca­mere erano indispensabili e la spedi­zione all'estero comportava ritardi e disguidi a non finire.
   Antonio Bencini chiese ed ottenne dai superiori il permesso di provvedere diret­tamente alla riparazione dei guasti; i risultati furono più che positivi e per tut­to il conflitto la riparazione e la manutenzione degli apparecchi fotografici proseguì in quel modo

 
  A guerra finita Antonio Bencini decise di mettere a frutto l'esperienza acquisita sotto le armi ed aprì a Firenze una falegnameria iniziando a costruire foto­camere ed apparecchi da ingrandimento, lavorando molto anche per gli Alinari
   Nel 1920 con un socio fondò la F.I.A.M.M.A. (Fabbrica Italiana Apparecchi Mac­chine Materiali Accessori), nel 1931 la società pos­sedeva uno stabi­limento di 3000 metri quadri ed occu­pava 100 dipen­denti; Antonio Bencini svolgeva la fun­zione di Di­rettore Tecnico
   All'in­circa nel 1933 la FIAMMA oltre a costruire fotoca­mere in legno per professionisti iniziò la pro­duzione di piccoli apparecchi tipo box in lamierino metallico per principianti come la FIAMMETTA per il forma­to 6x9 cm su pellicola 120 o la GIOIETTA, ed un al­tro apparecchio senza nome, per il formato 4,5x6 cm su pellicola 127. Nel 1935 ca. la FIAMMA venne acquisita dalla Ferrania che in quel periodo stava diventando la più importante industria fotografica italiana

 
  Antonio Bencini si trasferì a Torino dove in so­cietà con un noto grossista della zona fondò la FILMA e continuò a costruire semplici box in la­miera sempre per il formato 6x9 cm e 4,5x6 cm.
   Nel 1937 anche questa società venne acquisita dalla Ferrania e nel 1938 nacque, questa volta a Milano, la nuova e finalmente definitiva creatura di Antonio Bencini: la ICAF.
   
Con la nuova società Bencini continuò a portare avanti la propria filosofia ovvero costruire apparec­chi semplici ed economici; nel 1939 ca. mise in com­mercio i primi apparecchi:
- Roby, un apparecchio box in metallo per pellicola formato 120 e negativo di 6x9 cm  
- Gabry, sempre un apparecchio box in metallo per pellicola formato 127 e negativo di 4x6 cm
- Delta, un apparecchio folding per pellicola formato 120 e negativo di 6x9 cm

   A titolo di curiosità possiamo dire che i nomi Roby e Gabry derivarono dal nome dei figli di Anto­nio Bencini, Roberto e Gabriella. Presto la società cambiò nome e divenne CFM, anche la Roby e la Gabry cambiarono nome e in applicazione alle norme emanate dal regime fascista contro le parole straniere cambiarono la y finale in i diventando Robi e Gabri.
   Furono inoltre messe in commercio altri due apparecchi folding simili alla Delta: Etna ed Argo.
   Di lì a poco scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e la produzione di fotocamere venne sostituita da quella di componenti per biciclette e per l’industria aeronautica.
   Alla fine della guerra Bencini riprese la produ­zione di alcuni apparecchi già costruiti anteguerra come la Robi e la Argo.

Sono probabilmente di produzione post-bellica anche due apparecchi folding simili ai precedenti e poco noti, Deko ed Erno.
   A partire dal 1946
venne messo in commercio un apparecchio denominato Rolet 
per pellicola formato127 e negativo di 4x6 cm.
   Questo apparecchio rappresentò nella produzio­ne Bencini un momento di transizione ed era un ibri­do tra un apparecchio folding, di cui manteneva la ca­ratteristica struttura del corpo, e un apparecchio ri­gido in quanto il soffietto di stoffa venne sostituito da un barilotto di lamiera su cui era montato il bloc­co obiettivo-otturatore che si estraeva dal corpo.
   Artefice della Rolet ma ancor più dei successivi modelli della CMF-Bencini fu Roberto Bencini, fi­glio di Antonio
.
   
                                                                                                                                                         

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