Trebon
Cidaf 001
Cidaf 0018
KS2
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A
partire dalla metà degli anni 60
la Bencini
produsse apparecchi, soprattutto per caricatori kodapak, anche
con
altri
marchi; era questa una modalità di commercializzazione non
nuova e che
era utilizzata anche da altre aziende sia in Italia che all'estero.
Per il mercato
estero
vennero prodotti apparecchi con marchio “Boots” che
come abbiamo già
avuto modo
di riferire era la catena di farmacie che in Gran Bretagna era agente
della
Bencini, vennero prodotte anche apparecchi per altri paesi, come ad
esempio la
Francia, a cui era probabilmente destinato un altro apparecchio
denominato “Trebon”.
Per il mercato italiano la
Bencini produsse
apparecchi fotografici ed altri prodotti per il CIDAF
(Consorzio
Italiano
Distributori Articoli Foto-cine-radio) che venne costituito a Milano
nel 1970
ad opera di un gruppo di 16 distibutori operanti in varie regioni
italiane e
che uniti coprivano praticamente tutto il territorio nazionale: tra i
più
importanti possiamo ricordare Bancolini (Bologna), Bigagli
(Firenze),
Crovetto (Genova), Pecchioli (Torino), Ropolo (Torino), Randazzo
(Palermo).
Per
il consorzio la Bencini produsse alcuni apparecchi per
caricatori
Kodapak
simili a quelli di normale produzione con piccole differenze
non
sostanziali
come ad esempio il frontale simillegno: Cidaf 001
(simile alla
Comet
404), Cidaf 0016 (simile alla Comet 126X), Cidaf
0016X (simile
alla Comet 426X)
La fotocamera più interessante prodotta per
il
consorzio fu la Cidaf 0018 un apparecchio per
pellicola 35 mm
e formato 24x36 che
percorreva la strada già tracciata dagli apparecchi
similreflex della
serie
NK ma da questi si distingueva perchè la forma era ispirata
a quella
degli
apparecchi a telemetro tipo Leica M senza quindi la classica sporgenza
ad imitare
il pentaprisma.
Lo stesso apparecchio in casa Bencini era stato
denominato Koroll
36, ma come tale non venne mai commercializzato.
La
collaborazione
con il
Cidaf durò per pochi anni perchè a partire dal
1974 del consorzio non
si
ritrova nessuna traccia.
Anche
la Comet della Bencini, come altre fotocamere di successo , ebbe
dei “cloni”.
Intorno alla metà degli anni 50 una piccola
fabbrica si mise a costruire un apparecchio molto simile alla
Comet II sincronizzata, la KS2.
Non c'erano dubbi sul fatto
che il fabbricante di questo apparecchio fosse “nostrano” perchè
sulla fotocamera in questione erano presenti numerose scritte in
italiano.
Anche in questo caso si trattava di un piccolo apparecchio
in alluminio pressofuso per pellicola 127 su cui dava luogo a
negativi di 3x4 cm.
Per
molto tempo il fabbricante restò sconosciuto, poi
recentemente, nel 2022, dopo circa 70 anni dai fatti che andremo a
raccontare, l'incontro fortunato tra il collezionista di fotocamere
italiane Mistermondo ed il fotografo di Pordenone Gianni Pignat ha
permesso di scoprire tutte le informazioni mancanti.
Gianni
Pignat per la verità aveva pubblicato nel 1999 uno scritto
intitolato “l'industria fotografica a Pordenone negli anni
cinquanta” all'interno del catalogo di una mostra tenutasi a
Pordenone nello stesso periodo e intitolata “dal dagherrotipo al
digitale”.
In
questo scritto Pignat aveva messo nero su bianco quanto gli aveva
raccontato il padre, Gino Pignat, ed altri testimoni di quanto era
avvenuto in quegli anni a Pordenone e dintorni.
La
KS2, ed un altro apparecchio simile chiamato KIN, sono da attribuire
a Luigi Turrin, ex operaio FAF, che fondò a Cordenons, comune
limitrofo a Pordenone, una piccola azienda denominata TAFT (Turrin
Apparecchi Fotografici Tipici)
Altre
due fotocamere simili alla Comet II, chiamate K2 e K3S, vennero
fabbricate nello stesso periodo da Cesare Conte nel proprio
laboratorio di fotoriparatore a Pordenone.
Tutti
e quattro gli apparecchi citati furono costruiti in un piccolo numero
di esemplari ed erano probabilmente destinati ad essere esportati
nella vicina Iugoslavia.
Il
nome Comet fu utilizzato anche da altri produttori per
“battezzare” le
proprie
creature.
La giapponese Uyeda Camera Co. nel 1940
chiamò Comet
un
piccolo apparecchio con mirino galileiano per il formato 3x4
cm
probabilmente
su pellicola 127.
Altre caratteristiche erano: - obiettivo
Helios
50/4,5 -
otturatore con tempi da 1/5 a 1/200 (fonte: Kadlubeks Kamera Katalog)
La
statunitense Zenith Camera Co. di Chicago produsse due apparecchi in
cui
compare il nome Comet. Nel 1947 nacque la Comet,
un
apparecchio in
plastica per il formato 4x6 cm su pellicola 127 e obiettivo montato su
un
barilotto estraibile; nel 1948 venne la volta della Comet
Flash
con le
medesime caratteristiche tecniche ma con solo la parte centrale del
corpo in
plastica mentre la calotta ed il fondello erano in alluminio. (fonte:
McKeown
price guide to cameras)
Infine la giapponese Kondo Seiki Co. nel 1950
fabbricò
due apparecchi denominati Cometflex I e Cometflex
II.
Erano due
biottiche reflex molto semplici per il formato 6x6 cm probabilmente su
pellicola formato 120, semplice otturatore con un tempo unico e,
rispettivamente,
obiettivo Comet 100/8 ed obiettivo Sakura 100/8. (fonte: Kadlubeks
Kamera Katalog)
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