Lince 2
Electa I
Electa II
Il progetto di Achille Castiglioni
Euralux 34 e 44
Zephir
Lince 3
Lince Super
Lince Super T
Lince Supermatic
|
Nell'immaginario
collettivo italiano il 1960 viene ricordato come un anno felice in
cui si concretizzò il miracolo economico, in cui c'era
lavoro per
tutti, in cui si poteva guardare al futuro con ottimismo, con la
certezza che tutti i problemi, privati o pubblici, avrebbero prima o
poi trovato una soluzione.
Il 1960 fu l'anno delle Olimpiadi di Roma
e del Mercato Comune Europeo però nel mercato italiano della
fotografia fu anche l'anno in cui i produttori giapponesi di
fotocamere iniziarono ad occupare sempre maggiore spazio con
apparecchi che, anche se ancora guardati con un certo sospetto,
venivano acquistati da fotoamatori di tutte le età
soprattutto in
virtù del prezzo conveniente comparato con le buone
caratteristiche
tecniche che mostravano di possedere.
Nel
1960
la
Ferrania si presentò sul mercato con tre fotocamere: la Lince
2
e la coppia Electa I ed Electa II.
La Lince 2 era,
sia nel nome che nell'aspetto, un apparecchio chiaramente derivato
dalla Lince di cui manteneva le principali caratteristiche tecniche
con, unica differenza, l'obiettivo che era uno Steinheil Cassar
45/2,8.
Non era la copia esatta di una fotocamera Dacora,
nell'aspetto cio che differenziava la Lince 2 era la grossa rotella
del riavvolgimento incastonato nella parte destra del tettuccio che
non si riscontra in nessuno dei modelli Dacora del periodo per il
24x36; tale rotella, più o meno grande, era invece una
caratteristica comune a diversi apparecchi Ferrania prodotti nel
periodo 1954-59, come la Tanit, la Ibis 34 e la Ibis 44.
La Lince
2 era fabbricata in Italia, nello stabilimento di Milano, anche se
probabilmente i componenti in larga parte provenivano dalla Germania.
La Electa
I e
la Electa II, sempre per il formato 24x36 mm, erano invece costruite
in Germania ed erano le copie praticamente esatte di due fotocamere
tedesche prodotte dalla società Regula ovvero la Olympia
Auto Set I ed Olympia
Auto Set II.
Entrambe erano caratterizzate dalla presenza
di un esposimetro Bewi in grado di controllare e regolare
l'esposizione, tale automatismo poteva essere utilizzato o meno, a
discrezione del fotografo che le utilizzava.
La Electa I era
normalmente allestita con obiettivo Isco Auto Isconar 40 mm 1:3,9 ma
ho avuto modo di osservare amche modelli con obiettivo Steinheil
Cassar 45/2,8; per altro la stessa cosa è osservabile anche
per il
modello gemello a marchio Regula.
Nel 1961
la
Ferrania non presentò nessun nuovo modello di fotocamera ma
si
impegnò nella propaganda della propria pellicola a colori
con lo
slogan “1961 l'anno del colore Ferraniacolor”;
inoltre vennero organizzati numerosi eventi in Italia ed in Europa
per far conoscere ed apprezzare la Eura: il più
originale forse fu un concorso organizzato ad Amburgo con la
partecipazione di fotoamatori tedeschi e soldati USA di stanza in
Germania in cui era obbligo utilizzare apparecchi Eura e pellicole
Ferrania, per altro offerte dal locale rappresentante.
In
quell'anno vennero comunque presentate delle novità nel
settore
delle attrezzature per la fotografia: un nuovo lampeggiatore
(Microdue) e soprattutto il proiettore per diapositive Rocket
progettato da Achille Castiglioni, importante ed apprezzato
architetto e designer milanese.
Lo
stesso architetto venne incaricato qualche anno dopo (1964) di
progettare una fotocamera per ragazzi a partire dalle caratteristiche
della Eura; l'idea finale presentata da Castiglioni fu un apparecchio
colorato di forma tondeggiante, quasi ovoidale che però fu
ritenuta
dalla dirigenza Ferrania troppo avveniristica per il periodo e quindi
l'oggetto concepito non venne realizzato.
Il
1961 fu anche l'anno in cui il dott. Franco Marmont lasciò
la
presidenza della Ferrania che perdeva così la sua guida
carismatica; morirà
a Milano il 24 marzo 1965.
Il
1962 fu l'anno delle fotocamere Euralux
34,
Euralux
44,
Lince
3
e Zephir.
Nella
loro semplicità le fotocamere Euralux erano le
più originali, in
pratica si trattava di due
apparecchi simili
alla Eura ma di dimensioni leggermente più piccole che nella
parte
inferiore avevano incorporato un piccolo flash a lampadina con parabola richiudibile che in posizione di riposo
quasi scompariva nelle forme delle fotocamere.
Le
due Euralux utilizzavano pellicola 127, montavano lo stesso obiettivo
e lo stesso otturatore ma, come insito nel nome, fornivano negativi
di diverso formato: la Euralux 34 dava negativi di 3x4 cm e la
Euralux 44 negativi di 4x4 cm.
La
Lince 3 come i precedenti modelli della serie era un apparecchio per
il formato24x36 mm, in pratica l'unica differenza tra questa
fotocamera e la Lince 2 era nel diverso otturatore che nella Lince 3
era un Gauthier Vero; anche questo modello di Lince era fabbricato a
Milano come la Lince 2.
La
Zephir era anch'essa una fotocamera per il formato 24x36 mm, era
però
fabbricata in Germania dalla Regula ed in pratica era una copia della
Regula
Sprinty 1° modello, unica differenza tra le due era
l'obiettivo poiché la Zephir montava uno Steinheil Cassar 45
mm
1.2,8.
Nel
1963 la Ferrania modificò ed incrementò la serie
degli apparecchi
Lince presentando quattro nuovi modelli e modificando la Lince 3: i
nuovi modelli erano la Lince
3S,
la Lince
Super,
la Lince
Super T
e la Lince
Supermatic.
La
nuova Lince 3 montava il solito obiettivo Cassar 45mm/2,8 ma su
otturatore Prontor 250 che aumentava le prestazioni dell'apparecchio
con tempi fino a 1/250, nella Lince 3S il solito obiettivo Cassar era
montato su un otturatore Prontor 250S che aveva l'autoscatto
incorporato; le due fotocamere mantenevano l'aspetto solito, con la
presenza della grossa rotella di riavvolgimento, ma i due apparecchi
erano ora fabbricati in Germania.
La
Lince Super montava un otturatore Prontor LK con tempi fino a 1/500
ed inoltre era dotato di un esposimetro al selenio con il quale era
possibile determinare la giusta esposizione, nella Lince Super T era
presente anche un mirino-telemetro accoppiato alla messa a
fuoco.
Le due Lince Super
erano fabbricate in Germania dove avevano due sorelle: la Dacora
Super Dignette Prontor 500 LK e la Dacora
Super Dignette EB.
La
Lince Supermatic era sempre un apparecchio per il formato 24x36 mm,
montava un obiettivo Rodenstock Ysarex 45mm/2,8 su otturatore
Prontomatic, era dotato di un esposimetro in grado di interagire con
l'otturatore e determinare in automatico la giusta coppia
tempo-diaframma, tale automatismo era però disinseribile.
Anche
questa fotocamera era fabbricata in Germania dove aveva una sorella, la
Dacora CC.
Comunque
il 1963 non sarà ricordato nella storia della fotografia per
gli
apparecchi Lince della Ferrania: alla Photokina di Colonia la Kodak
presentò un sistema destinato a rivoluzionare il settore
delle
fotocamere economiche.
Il sistema consisteva nel nuovo magazzino
portapellicola Kodapak
e nella linea di apparecchi appositamente costruiti i
denominati Instamatic;
per i nuovi caricatori la Kodak ideò e mise in produzione
una nuova
pellicola un poco più stretta del formato 127 con una
perforazione
particolare che venne da allora indicata con il numero 126.
Il
nuovo magazzino facilitava le operazioni di caricamento e di
estrazione della pellicola: era format da due contenitori uniti tra
loro, uno conteneva la pellicola vergine e l'altro quella
impressionata; azionando il sistema di avanzamento della
pellicola la pellicola passava dal primo al secondo contenitore, in
questo modo non occorreva né riavvolgere la
pellicola nel
contenitore di partenza alla fine del rullo, né proteggere
la
pellicola in altro modo ed anche in caso di apertura accidentale
dell'apparecchio carico le foto non andavano perse.
Ormai i tempi
erano maturi perchè la fotografia e tutto quanto ad essa
collegato,
fotocamere e pellicole in testa, diventassero prodotti di
massa;
la Kodak ne era consapevole e si gettò senza indugio nella
mischia. Il successo di pubblico fu immediato e solo nel primo
anno
furono venduti circa 3 milioni di magazzini Kodapak ed un
numero
imprecisato ma sicuramente notevole di apparecchi Instamatic.
L'anno
successivo la concorrenza cercò di correre ai
ripari e presentò
il sistema Rapid.
Questo secondo sistema utilizzava la normale
pellicola 35 mm in un
caricatore particolare: gli apparecchi appositamente costruiti
funzionavano con due
di questi caricatori, uno pieno di pellicola vergine ed uno
vuoto e la pellicola veniva fatta avanzare e spinta dal primo al
secondo caricatore; anche in questo caso le operazioni di
caricamento e svuotamento erano semplificate, ad esempio non era
più
necessario riavvolgere la pellicola nel caricatore di
partenza.
Il sistema Rapid era il frutto di una grande
alleanza
tra le industrie europee come Agfa, Adox, Balda, Bilora, Braun,
Dacora, Ferrania, Gevaert, Ilford, Perutz, Regula, Rollei,
Voigtlander e Zeiss Ikon, decise a contrastare la Kodak ed il suo
nuovo sistema.
La
Ferrania partecipò alla “guerra” contro
la Kodak presentando nel
1964 la Lince
Rapid fabbricata
ancora in
Germania e copia esatta della Dacora
202.
Al
di là di ciò il 1964 fu per la società
ligure un anno importante,
anzi decisivo: la società
americana 3M acquistò dal gruppo IFI-Fiat
tutto il pacchetto azionario della Ferrania SpA.
Era
quello un periodo in cui nel settore della produzione di materiale
sensibile per la fotografia ci furono altre acquisizioni e fusioni,
ad esempio tra Agfa e Gevaert, entrambe controllate dal gigante
chimico Bayer, od anche tra Ciba e Ilford; evidentemente la
fotografia stava diventando un grosso affare ed i grandi gruppi
industriali non vogliono farselo scappare.
Il
1965 fu per la Ferrania ancora un anno apparentemente tranquillo
malgrado il cambio di proprietà ed in quell'anno vennero
presentate
due nuove fotocamere, entrambe fabbricate a Milano: la Eura
Rapid
e la Zephir
2.
La
Eura Rapid era il secondo apparecchio Ferrania per il sistema Rapid,
era molto semplice ma anche robusta perchè costruita
interamente in
metallo; aveva un semplice obiettivo a fuoco fisso e due diaframmi,
otturatore a tempo unico sincronizzato.
La
Zephir 2 era una fotocamera per
il formato 24x36 mm, le prestazioni erano praticamente le stesse del
modello Zephir, solo nell'aspetto generale la Zephir 2 ricordava gli
apparecchi della serie Lince con la calotta ed il corpo
squadrato.
Si trattava
comunque di apparecchi semplici ed economici, senza pretese, da
affiancare alla Eura, l'apparecchio economico Ferrania per
antonomasia.
Finivano qui i
tempi eroici dell'industria fotografica italiana, ormai il mercato
dell'immagine su supporto sensibile stava diventando troppo
importante, un affare per grossi gruppi industriali ma in Italia
l'unica società che avrebbe potuto forse reggere il
confronto (la
FIAT) fece scelte diverse; fu lungimiranza o solo voglia di fare
cassa con la cessione di una attività ritenuta non
strategica?
Probabilmente non lo sapremo mai, certo
è che il
seguito della storia ormai
era
già scritto.
|