Nel 1948 in
Italia fare fotografie era un lusso ancora irraggiungibile per il
“proletariato dilettantistico” che lasciava le
fotocamere a
dormire in armadi e cassetti.
Alcuni
interventi sul Progresso
Fotografico avanzano critiche verso l'industria nazionale che puntava
soprattutto sul formato 24x36 mm; gli apparecchi erano costosi ed era
necessaria anche l'attrezzatura per ingrandire il negativo in fase di
stampa, meglio non abbandonare i formati 6x6 e 6x9 cm per dare modo
di usare anche fotocamere più vecchie, meno costose e con i
quali
non era indispensabile l'ingrandimento.
L'industria
italiana si poteva ancora giovare delle difficoltà della
Germania,
come già detto molte delle industrie più note
erano nel
territorio
controllato dai Russi e sebbene avessero in parte ripreso
l'attività
praticamente nulla arrivava sui mercati occidentali e men che meno in
Italia.
Però anche nel territorio
controllato dagli
Americani
cominciavano a nascere fabbriche in cui venivano replicate le
produzioni fotografiche anteguerra, come ad esempio a Heidenheim in
cui si insediò una fabbrica di prodotti Zeiss.
Alla Fiera di
Milano erano presenti alcune novità come le Fototecnica
Herman e
Bandi, ma sicuramente la fotocamera più ammirata fu la nuova
versione della Rectaflex con pentaprisma modificato, erano presenti
in sordina anche alcuni nomi storici tedeschi come la Agfa e la
Zeiss.
Il
cronista nel suo articolo
però osservava in
particolare come l'industria italiana avesse approfittato della
difficoltà dell'industria tedesca per fabbricare soprattutto
fotocamere senza curasi troppo della possibilità di produrre
anche
obiettivi e lenti.
Eppure in Italia
esistevano aziende in
grado di studiare e fabbricare prodotti di qualità, come le
Officine
Galileo, la San Giorgio e la Ducati, questo comportamento aveva
così
favorito l'industria fotografica francese e svizzera.
Altri
apparecchi fotografici videro la luce in quell'anno, alcuni verranno
prodotti in grande numero e saranno comuni tra i dilettanti italiani,
come le Ferrania Falco e Condor e la Bencini Comet che darà
il via
ad una dinastia di apparecchi semplici ed economici, forse i
più
adatti ad una vera diffusione di massa della fotografia, almeno in
quel periodo e negli anni a seguire.
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