Nel 1955
in
Italia il mercato nel settore fotografico era ancora difficile, c'era
grande concorrenza sui prezzi tra i commercianti ed i grossisti erano
accusati di vendere sottobanco direttamente al pubblico.
In
quell'anno
si poteva certificare il declino della produzione italiana di
fotocamere di qualità, si era fermato il risveglio del
settore e la
nascita di nuove industrie mentre cominciavano le chiusure, cessata
ad esempio la produzione della Ducati Sogno e della Janua San Giorgio
mentre la Rectaflex era in grande difficoltà.
Dal punto di
vista tecnico la produzione nazionale era di buona qualità
ma le
politiche commerciali non erano all'altezza del momento, c'era grande
confusione su cosa fare per tenere testa alla produzione della
Germania ormai padrona del mercato italiano ed europeo.
Anche per
i tedeschi però non tutto andava per il meglio, la
produzione di
fotocamere era aumentata (+ 20% ca.) ma il valore complessivo della
produzione era diminuito (-5% ca.) a causa dello sconto sui prezzi e
della maggiore produzione di apparecchi economici; intanto sul
mercato USA aumentava la penetrazione dei prodotti giapponesi a
scapito di quelli germanici.
Negli USA
continuava il grande successo della fotografia stereoscopica con la
produzione di nuovi apparecchi (es. Stereo Colorist e Stereo Vivid),
anche il Europa si cercò di seguire tale moda con nuove
fotocamere
(es. Edixa Stereo II) e con accessori per la ripresa stereo sia per
Leica (Stemar) che per Contax.
Alla
Fiera di
Milano malgrado tutto l'industria fotografica italiana
presentò
delle novità, la Summa Report, la Kobell Film, la Gamma
Alba, ma
l'apparecchio che più si fece notare fu la ISO Duplex Super
120, una
fotocamera per ottenere immagini stereo su pellicola formato 120;
inoltre l'uso sempre più diffuso dei lampeggiatori
obbligò le
aziende produttrici di apparecchi economici, come la Bencini e la
Closter, a modificare i propri vecchi modelli per renderli
utilizzabili con il flash.
La
tecnologia
applicata alle fotocamere si orientava sempre più verso gli
automatismi e sulle riviste di settore di quell'anno vennero
descritti vari apparecchi con esposimetro fotoelettrico incorporato
come le tedesche Zeiss Contaflex II, Voigtlander Vitessa L, per il
formato 35 mm, e la giapponese Yashicaflex, per il formato 6x6.
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