Nel 1959
l'industria fotografica giapponese aumentò la propria
pressione
sui
mercati europei ed italiano anche a causa di una contrazione del 20%
circa delle esportazioni negli USA.
Le
più importanti
fabbriche
nipponiche, dopo la grande partecipazione alla Photokina dell'anno
precedente, si presentarono in forze sul mercato italiano attraverso
nuove aziende distributrici e rappresentanti con il supporto di
consistenti campagne pubblicitarie sulle maggiori riviste di settore.
In realtà
l'importazione in Italia dei prodotti giapponesi non era semplice
perchè doveva essere compensata da una esportazione in
Giappone
di
merce italiana per un uguale valore, a ciò andavano aggiunte
le
difficoltà ed i costi legati ai dazi e ad altri balzelli.
Di
conseguenza la disponibilità effettiva di prodotti
giapponesi
non
era costante nel tempo anche se i prezzi erano comunque buoni per il
fotografo-cliente. I modelli in vendita
erano
praticamente
quelli già visti nel 1958.
L'industria
tedesca rispose con la presentazione di nuovi modelli, alcuni molto
innovativi, soprattutto per il formato 24x36: le Agfa Colorflex I e
II, le Zeiss Contaflex Rapid e Super, la Kodak Retina Reflex S, la
Leica M1.
Un
discorso a parte meritano:
- la
Voigtlander Bessamatic che venne presentata unitamente all'obiettivo
Voigtlander Zoomar, il primo obiettivo a focale variabile (36-82mm)
ideato per una fotocamera reflex 24x36
- la Agfa
Optima e la Zeiss
Symbolica, due fotocamere in cui la scelta della coppia
tempo-diaframma era controllata in modo completo dal sistema
esposimetrico; era una “bestemmia” per i dilettanti
evoluti
ma un
grande aiuto per i fotografi più sprovveduti.
Uno
slogan
accompagnava la Symbolica: ”non dovete
pensare......fotografate”
Sul mercato
italiano continuavano ad arrivare anche i prodotti della Germania Est
tra cui la nuova Exa II, reflex con pentaprisma per il formato 6x6;
iniziavano a fare capolino anche alcune fotocamere dalla Unione
Sovietica come la Smena 2 (economica), la Zenith C (reflex 24x36), la
Leningrad (24x36 a telemetro).
L'industria
fotografica italiana era in piena crisi, il valore delle attrezzature
prodotte era fermo a quello del 1957, in Italia i consumi nella
fotografia aumentavano ma andavano soprattutto a favore
dell'industria straniera, in primis a quella della Germania.
Il
segmento in cui si sentiva meno la concorrenza tedesca e giapponese
era quello delle foto-camere economiche ed infatti le poche
novità
dell'industria fotografica nazionale furono la Bencini Koroll 35, la
Ferrania Ibis e la Ferrania Eura su cui l'azienda lombardo-ligure
puntava molto.
Venne presentata anche la
Ferrania Lince che
però
era fabbricata in Germania dalla Dacora.
Alla Fiera di Milano del
1959 il pubblico italiano si mostrò molto interessato anche
alla
cinematografia in formato ridotto ma le cinecamere erano di
produzione straniera, anche giapponese, solo tra i fabbricanti di
proiettori c'era una discreta presenza italiana.
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