In Europa ed in USA, a
partire dal 1960, le migliori condizioni economiche della popolazione
crearono una maggiore disponibilità di denaro da usare per
beni non
di prima necessità, una parte di quel denaro venne
utilizzato per
acquistare prodotti fotografici; aumentarono le richieste del mercato
e quindi le industrie del settore, in un circolo virtuoso,
aumentarono la produzione, il personale impiegato, in generale le
proprie dimensioni.
Nel 1963 qualcuno iniziava
a chiedersi se questa dinamica poteva continuare ancora a lungo o se
il mercato era vicino alla saturazione.
In Germania la produzione
di fotocamere del 1962 era diminuita del 14% rispetto al 1961
(2.578.000 contro 3.005.000) mentre nello stesso periodo era
aumentata del 33% la produzione delle cinecamere (1.010.000 contro
756.000).
La produzione di pellicola invece era aumentata
del
20% soprattutto grazie alle pellicole a colori che in Germania erano
usate dalla metà dei fotografi; in generale il fatturato era
aumentato a 246 milioni di marchi (+ 11%), erano aumentate le
esportazioni (+2% a 90 milioni DM) ma anche le importazioni (+29% a
46 milioni DM).
La dimensione del mercato
italiano era notevolmente inferiore a quella dei maggiori mercati
europei: solo 16 italiani su 100 possedevano una fotocamera contro il
37% dei tedeschi, il 50% degli inglesi e il 52% degli
olandesi.
Le
cose erano più equilibrate se venivano prese in
considerazione le
cinecamere: 1 italiano su 100 ne possedeva almeno una, stessa
percentuale anche in Germania contro un 2% di inglesi ed un 3% di
francesi.
La dimensione del mercato
fotografico italiano era un problema che però poteva
diventare una
grande opportunità con vantaggiose possibilità di
espansione.
All'inizio del 1963 in
tutto il mondo della fotografia c'erano grandi attese intorno alla
Photokina che si sarebbe tenuta dopo tre anni di silenzio; ma le
attese vennero deluse soprattutto dall'industria tedesca, nessuna
reflex Leica o Rollei, nessuna apparente novità di rilievo,
solo
migliorie a prodotti esistenti con un rafforzamento della tendenza a
realizzare fotocamere subminiatura, per formati inferiori al 24x36,
con apparecchi come la Rollei 16, le Agfa Parat e Paramat, la Canon
Demi, la Olympus Pen F (reflex).
Alcune novità arrivarono
invece dal Giappone e dagli USA: la Canon Auto Focus (solo un
prototipo), le nuove pellicole colore Kodak tipo X (Kodachrome X,
Ektachrome X, Kodacolor X) e sempre dalla Kodak le nuove fotocamere
Instamatic create per utilizzare lo speciale caricatore Kodapak.
Maggiori le novità nel
settore delle cinecamere dove la tendenza era verso l'uso di obiettivi
zoom
e del motore elettrico per l'avanzamento della pellicola.
Alla Fiera di Milano erano
in mostra le stesse “novità” della
Photokina, l'industria
italiana delle fotocamere cercava di sopravvivere con i soliti
prodotti economici come le Closter C62 e C63, la Vinkel (mutazione
degli apparecchi romani SEDE), una nuova versione della Bencini
Comet.
Sempre la Bencini presentò
anche la Korollette, una fotocamera con maggiori ambizioni che ebbe
però poca fortuna.
Anche la Ferrania presentò
nuovi apparecchi che però erano fabbricati in Germania dalla
Dacora.
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