FOTOCAMERE BENCINI |
GABRY e GABRI |
La GABRY (poi GABRI) era un apparecchio box in metallo rivestito in cartone simil-pelle di colore nero per il formato 4x6 cm su pellicola formato 127. Il nome prende origine dal nome della figlia di Antonio Bencini, Gabriella; anche in questo modello appare evidente l’influsso delle precedenti esperienze industriali maturate nella Fiamma e nella Film. La Y finale nel nome non piacque molto alle autorità fasciste impegnate in una campagna contro le parole straniere e per questo il nome fu in seguito italianizzato in GABRI.
Questo
apparecchio fu uno dei
primi ad essere
prodotto dalla nuova società milanese di Antonio Bencini a
partire dal
1937 –
38; la produzione continuò fino
all’inizio della 2^ Guerra Mondiale e
non si
può escludere che anche durante la guerra un certo numero di
esemplari
possa
avere visto la luce. Tra le altre ho potuto osservare una variante di Gabry in cui nella mascherina il logo ICAF è sostituito da un logo formato da una A e una B intrecciate, è la prima volta che appare questa scritta che sicuramente stava per Antonio Bencini.
Recentemente
ho potuto
osservare una variante
di questo apparecchio denominato Gabrj (con la J);
prima d'ora
nessun
autore aveva mai segnalato una simile denominazione. Difficile spiegare
il
motivo di tale variante: forse un errore da parte di un fornitore
oppure un
campione prodotto quando si rese necessario l'abbandono della
produzione con
il nome con la Y che però non ebbe buona accoglienza presso
le autorità
fasciste. Dal punto di vista collezionistico questa fotocamera è abbastanza comune in entrambe le denominazioni e di modesto valore economico, fanno eccezione le varianti con il logo AB e quelle denominate Gabrj che sono sicuramente molto rare se non uniche; tuttavia ritengo che questo oggetto non possa mancare in una collezione di apparecchi fotografici Made in Italy per il valore storico che rappresenta.
Nella scheda del libro scaricabile a fine pagina
troverete maggiori informazioni. |